Dino Sbrozzi e la coltura del gelso

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di Cristina Ravara Montebelli, archeologa e amministratrice di YourBoost srls

La coltura del gelso: alcuni dati

Iniziamo con i dati storici più oggettivi e vicini cronologicamente a noi che abbiamo trovato, quindi dal primo “Censimento agrario del 1929 (Catasto Agrario)”, che registra la situazione delle “colture legnose specializzate e promiscue” in termini di superficie e di produzione sia a Casalserugo che a Maserà.
A Casalserugo troviamo....... Continua la lettura...

Dino Sbrozzi agricoltura Casalserugo e dintorni

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Dino Sbrozzi (1873-1950) e l’agricoltura a Casalserugo e dintorni fra il 1901 e il 1908. Parte I
(a cura di Cristina Ravara Montebelli, archeologa e amministratrice di YourBoost srls)

Chi era Dino Sbrozzi e perché ne parliamo?
Dino Sbrozzi era un agronomo, nato ad Orciano di Pesaro 1873 e morto nella sua città natale il 25 ottobre 1950, quindi quest’anno ricorrono i 70 anni dalla sua morte.
Dopo aver frequentato il Regio Istituto Tecnico di Pesaro, si era laureato in Scienze agrarie presso la Scuola Superiore di Agricoltura di Portici nel 1895 e subito dopo la laurea, aveva ottenuto una borsa di studio come tirocinante presso la Cattedra Ambulante di Agricoltura Rovigo.
Dopo pochi mesi viene nominato Direttore della Cattedra Ambulante provinciale di Forlì con sede a Rimini, dove resta fino al 1901, quando diventa Direttore della Cattedra Ambulante di Padova e del periodico “Il Raccoglitore”, organo di stampa ufficiale della Cattedra padovana.

La chiesetta del cuore di Pontemanco

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SALVIAMO L'ANTICO ORATORIO DI PONTEMANCO. COME? I Luoghi del Cuore è una campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. È il più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio che permette ai cittadini di segnalare al FAI attraverso un censimento biennale i luoghi da non dimenticare. Dopo il censimento il FAI sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti. -----------

L'omicidio di don Luigi Bovo

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Esattamente oggi, il 25 settembre 1944 veniva ucciso a Bertipaglia il parroco, don Luigi Bovo. Partendo dalla biografia di un nostro illustre concittadino, il medico e scrittore Tarcisio Bertoli, ho avuto modo di appassionarmi alle sue vicende personali che lo hanno visto, da fervente cattolico, comandante partigiano durante la resistenza (1943-45) proprio a Maserà e dintorni. Egli ha avuto modo di descrivere, romanzandole, molte vicende accadute qui, tra le quali mi ha molto colpito la storia dell’omicidio del parroco di Bertipaglia, Don Luigi Bovo, appunto: azione però mai rivendicata da nessuna formazione partigiana.
Bertoli allora celava la sua appartenenza alla lotta armata contro il nazifascismo con il fatto di essere studente in medicina (eserciterà la professione a Bertipaglia solo qualche anno, dopo la guerra, prima di trasferirsi a Villa Del Conte) e da quella posizione lui afferma di avere veduto tra i primi il cadavere del povero prete ed anche di avere curato il ragazzo, preso qualche mese dopo e accusato dell’omicidio; si trattava del ventunenne Artemio Zamborlin di Pontelongo che sarà giustiziato in piazza Bertipaglia l’otto di aprile del 1945.

Il XX Settembre e gli Italiani

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Il 20 settembre del 2020 cadranno i 150 anni esatti dalla famosa “breccia” di porta Pia, ovvero quando Roma fu sottratta al potere temporale dei Papi, divenendo in seguito la capitale d’Italia. Sul significato di questa ricorrenza, delle conseguenze che ciò ha comportato nell’immediato e che e si dilatano sino ai giorni nostri, ce ne parla in un breve saggio in esclusiva per Casalserugo e dintorni la professoressa Liviana Gazzetta, storica, presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, delegazione di Padova, ricercatrice, autrice di numerosi saggi.

Una ricorrenza che non scalda i cuori. Il XX settembre e gli italiani

Tutto lascia capire che difficilmente il 150° anniversario della presa di Roma, che cade quest’anno, avrà il giusto rilievo nel dibattito pubblico. E non solo per colpa della pandemia. A differenza di altri momenti della storia nazionale, e anche della storia risorgimentale in senso stretto, la data del XX settembre non sembra aver fatto ‘breccia’ nella coscienza collettiva e nella simbologia nazionale.