Manzoni è stato a Maserà ?

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Dite la verità...

Gentili lettori e frequentatori di Casalserugo e dintorni. Chi di voi ricorda il sesto capitolo dei promessi sposi di Manzoni dove Agnese dice ai due disgraziati amanti Renzo e Lucia come, secondo lei, da donna vissuta, bisognerebbe fare per mettere tutti davanti al fatto compiuto: un matrimonio a sorpresa! Immaginate la scena, proprio come la vedete dalla figura che abbiamo tratto dal libro: Agnese che arringa i due giovani.

- Ascoltatemi bene, che vedrò di farvela intendere. Io ho sentito dire da gente che sa, e anzi ne ho veduto io un caso, che, per fare un matrimonio, ci vuole bensì il curato, ma non è necessario che voglia; basta che ci sia.
         - Come sta questa faccenda? - domandò Renzo.
       - Ascoltate e sentirete. Bisogna aver due testimoni ben lesti e ben d'accordo. Si va dal curato: il punto sta di chiapparlo all'improvviso, che non abbia tempo di scappare. L'uomo dice: signor curato, questa è mia moglie; la donna dice: signor curato, questo è mio marito. Bisogna che il curato senta, che i testimoni sentano; e il matrimonio è bell'e fatto, sacrosanto come se l'avesse fatto il papa. Quando le parole son dette, il curato può strillare, strepitare, fare il diavolo; è inutile; siete marito e moglie.
         - Possibile? - esclamò Lucia.
         - Come! - disse Agnese: - state a vedere che, in trent'anni che ho passati in questo mondo, prima che nasceste voi altri, non avrò imparato nulla.

Il “blitz”, come sappiamo, si risolse in un fallimento, ma era veramente così la faccenda? Ci si poteva sposare in chiesa senza il consenso del parroco, bastava che fosse presente?


Già si sa, insomma ormai è cosa piuttosto nota, che per le vicende dei suoi “Sposi Promessi” il Manzoni avrebbe attinto a piene mani da un vero fatto di cronaca, ovvero una storia tutta veneta, rimasta nascosta per un paio di secoli negli archivi delle Repubblica di Venezia: un processo contro un signorotto vicentino, tale Paolo Orgiano -dallo scrittore milanese trasformato poi in Don Rodrigo- e la sua cricca di ribaldi, tra cui il nobile Settimio Fracanzan della dinastia dei Fracanzani, che sarebbero antenati di quelli odierni di Este, che Manzoni mutò nel romanzo in Conte Zio: una banda che con le loro angherie e malefatte ha vessato la popolazione locale a tal punto da provocare l’intervento della giustizia centrale.


Ebbene questa storia veneta del XVII secolo, secondo molti studiosi eminenti, sarebbe finita in mano al grande romanziere nel 1819 da Venezia, attraverso un suo amico, un funzionario dell’impero austriaco, un certo Agostino Carlo Rubbi esperto di archivi giudiziari della “fu” serenissima repubblica. Ma, se anche fosse vero che il grosso della storia il sommo scrittore lo avesse elaborato da un fatto di cronaca giudiziaria, come avrà tratto spunto invece per tutti i particolari narrati nel suo capolavoro? Tutte invenzioni? No di certo ma, davvero, mai ci saremmo immaginati che invece certi fatti, come il matrimonio “a sorpresa” fossero una pratica reale e dunque anche veneta. Stai a vedere -ci siamo detti per scherzo quando abbiamo avuto tra le mani la storia che stiamo per raccontarvi- che il grande milanese è stato a Maserà, ospite dell’arciprete!
Quello che vi proponiamo è un documento eccezionale che un nostro lettore (ed amico) ci ha fornito in copia e che riguarda alcuni suoi antenati. E’ un manoscritto del parroco di allora, il quale compila la “spaventevole” -per lui- cronaca dei fatti e… beh... Seguite questa vicenda!

Adì 4 Gennaio 1736 1
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L’arciprete di Maserà sta celebrando la messa in Pieve, davanti all’altare della B.V. del Rosario, quello a sinistra dell’altare maggiore, per chi conosce la chiesa. Ad un certo punto, verso la fine della funzione, la sua attenzione viene attratta da due giovani promessi sposi che egli conosce bene: Francesco Barison, figlio di Santo e Giustina Zaghella, figlia di Antonio. I due si alzano e si recano da lui con fare sospetto. Scrive il prete:

“…suplicandomi che io dovetti assistere al loro matrimonio: restai soprafatto da questa improvvisa risoluzione, e m’opposi gagl.te (gagliardamente,ndr) non potendo fugire, rinfacciandoli ch’era contro le forme previste dal Sacro Concilio di Trento ed essi ad alta voce senza altra replica si diedero mutuo consenso e verbo da presenti, citando a testimonj tutti quelli che erano d’udire la Santa Messa tra questi Domenico Mellato, Domenico Ollivato, Nadal Santi di questa Pieve e D. Gio Batta Rigoni di Asiago.”

Ma, così come per Renzo e Lucia anche per i nostri Francesco e Giustina la faccenda si risolse malamente, e pure senza il poetico “addio ai monti” manzoniano; anzi in modo molto più prosaico, degno più di un ufficio delle imposte dirette che di un romanzo:


Adì 21 G.io (Gennaio). Con mandato della Curia Penitenziale furono riuniti in Mat.o(mattino, ndr) e si suplì alla cerimonia della Benedizione: dopo che li sud.ti anno accetatta la Penitenza che di pubblica è stata commutata in Pecuniaria a giusti motivi e fu di Ducati (ill., ndr) 76:4:-Din.0:25:
D. Ignazio Suarez Arcip. Di questa Parrocchia

Poveri promessi sposi maseratensi! Multati (e in modo assai salato) per la loro volontà di mettere su famiglia e senza che nessuno ne cantasse le gesta!

Beh, noi almeno ci abbiamo provato!


Testo di Chiaretto Ennio

1Un mercoledì. In realtà la data dovrebbe essere more veneto, cioè sappiamo che l’anno per i veneti finiva il 28 febbraio, dunque trasportato ad oggi dovremmo parlare di 4 gennaio 1737

    • Fonte del manoscritto: Fam. Barison Dino, che ringraziamo sentitamente- Arch. Parr. Maserà di Padova, trascrizione letterale.
    • Fonti bibliografiche: Claudio Povolo, Processo a Paolo Orgiano, 1605-1607, Viella 2003
    • Illustrazioni di Francesco Gonin, tratte da I Promessi sposi. Storia milanese del XVII secolo scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni, Quarta edizione illustrata, Fratelli Rechiedei Milano1887 (copia da archivio privato, foto sotto della coperta illustrata).
N.B.: Si tratta delle famose illustrazioni per le quali lo stesso Manzoni seguì personalmente la realizzazione, già nella prima edizione illustrata.

 

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copertina libro i promessi sposi