GRANDE ESCLUSIVA Di Casalserugo e dintorni
La copertina del volume “L’innominato tesoretto” di Maserà e l’archeologia del territorio. In primo piano un Denario romano di epoca repubblicana, simile a quelli recuperati a Maserà 141 anni or sono e in secondo piano la stele romana di Ettia Prima, originariamente murata nel campanile della chiesa di Casalserugo, oggetto della nostra proposta di raccolta firme.
Casalserugo e dintorni- Siamo oggi in compagnia di Ennio Chiaretto, il nostro collaboratore più “assiduo”, perché volevamo parlare con lui, naturalmente in anteprima, di quella che è la sua “ultima fatica”, che se non sbaglio uscirà…Quando?
Ennio Chiaretto- Tra poco, almeno credo…Poche settimane se non ci sono imprevisti.
C- Ecco, allora, abbiamo visto la copertina, davvero splendida: ce la vuoi spiegare, il titolo, le illustrazioni, vogliamo iniziare da qui?
E- Certamente: allora in primo piano una moneta romana d’argento, un “denario” in questo caso del II secolo avanti Cristo, dietro invece una stele funeraria, ovvero una porzione di un monumento funebre, fatto realizzare da una certa Ettia Prima, in epoca più tarda, durante l’età di Augusto. Il che poi spiega il titolo: tesoretto (di monete) e l’importante reperto antico a testimonianza della lunga storia che ha attraversato il nostro territorio.
C- Ma da dove viene questo tesoretto? Perché innominato? E quella stele romana? Non mi pare di averla mai vista…