GRANDE ESCLUSIVA Di Casalserugo e dintorni

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La copertina del volume “L’innominato tesoretto” di Maserà e l’archeologia del territorio. In primo piano un Denario romano di epoca repubblicana, simile a quelli recuperati a Maserà 141 anni or sono e in secondo piano la stele romana di Ettia Prima, originariamente murata nel campanile della chiesa di Casalserugo, oggetto della nostra proposta di raccolta firme.

Casalserugo e dintorni- Siamo oggi in compagnia di Ennio Chiaretto, il nostro collaboratore più “assiduo”, perché volevamo parlare con lui, naturalmente in anteprima, di quella che è la sua “ultima fatica”, che se non sbaglio uscirà…Quando?
Ennio Chiaretto- Tra poco, almeno credo…Poche settimane se non ci sono imprevisti.
C- Ecco, allora, abbiamo visto la copertina, davvero splendida: ce la vuoi spiegare, il titolo, le illustrazioni, vogliamo iniziare da qui?
E- Certamente: allora in primo piano una moneta romana d’argento, un “denario” in questo caso del II secolo avanti Cristo, dietro invece una stele funeraria, ovvero una porzione di un monumento funebre, fatto realizzare da una certa Ettia Prima, in epoca più tarda, durante l’età di Augusto. Il che poi spiega il titolo: tesoretto (di monete) e l’importante reperto antico a testimonianza della lunga storia che ha attraversato il nostro territorio.
C- Ma da dove viene questo tesoretto? Perché innominato? E quella stele romana? Non mi pare di averla mai vista…

BRUNO LAZZARETTO: LA MIA MASERA’ CHE NON C’E’ PIU’

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Nota importante: tutta l’intervista si è svolta in dialetto. Chi può deve ricostruirla con le vere parole e con le inflessioni di tono e di voce: insomma il lettore stesso, veneto e padovano, è chiamato a dare il “colore” alle frasi che per forza di cose sono in bianco e nero.
Sabato 10 settembre 2022, una mattina di sole settembrino, per la verità ancora piuttosto agostano.
Esattamente tre anni dopo (non un giorno di più né uno di meno) avere ammirato il lavoro del signor Bruno alla sagra di Maserà del 2019, durante la quale ha esposto il suo magnifico ed enorme “cartonastico” (dopo vi spiego) di Maserà, lo incontriamo assieme alla moglie Maria nella loro bella e grande casa di via Conselvana.

“Questa casa ci è costata una vita di sacrifici” mi sussurra la signora appena accomodati e non si fa fatica certo a crederle.

Già entrando il signor Bruno mi racconta un aneddoto che mi riguarda, che coinvolge mio zio Silvio, il fratello di mia madre, che faceva l’imbianchino.

“Una volta –mi dice- ero ancora piccoletto, ..............

In ricordo di Ida Rigoni dei Graber 1882-1965 farmacista a Pontemanco

Ida Rigoni Graber

Ida Rigoni dei Graber

PICCOLA MOSTRA DI MEMORIE FINO AL 7 AGOSTO 2022 – IN RICORDO DI IDA RIGONI DEI GRABER 1882 – 1965 FARMACISTA A PONTEMANCO

La “PICCOLA MOSTRA DI MEMORIE” è stata ideata per ricordare la figura di Ida Rigoni dei Graber. Nata nel 1882 nell’altopiano di Asiago, è la seconda o terza laureata in Farmacia all’Università di Padova: si laurea infatti il 23 giugno 1906, quando per una donna una laurea in Farmacia era una conquista rara......

Manzoni è stato a Maserà ?

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Dite la verità, gentili lettori e frequentatori di Casalserugo e dintorni. Chi di voi ricorda il sesto capitolo dei promessi sposi di Manzoni dove Agnese dice ai due disgraziati amanti Renzo e Lucia come, secondo lei, da donna vissuta, bisognerebbe fare per mettere tutti davanti al fatto compiuto: un matrimonio a sorpresa! Immaginate la scena, proprio come la vedete dalla figura che abbiamo tratto dal libro: Agnese che arringa i due giovani.

- Ascoltatemi bene, che vedrò di farvela intendere. Io ho sentito dire da gente che sa, e anzi ne ho veduto io un caso, che, per fare un matrimonio, ci vuole bensì il curato, ma non è necessario che voglia; basta che ci sia.
         - Come sta questa faccenda? - domandò Renzo.
         - Ascoltate e sentirete. Bisogna aver due testimoni ben lesti e ben d'accordo. Si va dal curato: il punto sta di chiapparlo all'improvviso, che non abbia tempo di scappare. L'uomo dice: signor curato, questa è mia moglie; la donna dice: signor curato, questo è mio marito. Bisogna che il curato senta, che i testimoni sentano; e il matrimonio è bell'e fatto, sacrosanto come se l'avesse fatto il papa. Quando le parole son dette, il curato può strillare, strepitare, fare il diavolo; è inutile; siete marito e moglie.
         - Possibile? - esclamò Lucia.
         - Come! - disse Agnese: - state a vedere che, in trent'anni che ho passati in questo mondo, prima che nasceste voi altri, non avrò imparato nulla.

Il “blitz”, come sappiamo, si risolse in un fallimento, ma era veramente così la faccenda? Ci si poteva sposare in chiesa senza il consenso del parroco, bastava che fosse presente?