La località Ronchi, come toponimo, è ritenuta dallo storico Giacomo Salomonio provenire dal fatto che il territorio, pieno alberi e di rovi, sia stato poi disboscato dai contadini con le "ronche", e "dal roncare (tagliare con le roncole) questa e molte altre ville si appellano Ronchi.
Un secondo storico, A. Gloria dice che nell'anno 874 il vescovo di Padova Rorio o Rorigo, dona al monastero di S. Giustina la sua corte di Maserà con la cappella di S. Martino di Ronchi, che a quella data egli la ritiene già parrocchia. Ciò è molto probabile, anche perché questa chiesa, con l'attiguo bosco, nel 1095 viene confermata la sua appartenenza al grande cenobio padovano che qui aveva vasti possedimenti.
Ricostruita nel Trecento, è presente nel libro delle decime papali del 1297 come cappella dipendente dal monastero di S. Giustina di Padova. È una delle poche chiese sopravvissute alle grandi distruzioni operate qui e nel Conselvano da Cangrande della Scala nel 1325 ed alla successiva crisi demografica sopravvenuta alla guerra veneziana carrarese, tra la fine del XII secolo e l'inizio del XV secolo.
Nel 1449, in una visita pastorale, vi si rileva un grave disordine e una grande sporcizia, il cimitero mal tenuto e la canonica senza il tetto. La chiesa fu restaurata e consacrata nel 1519, riscontrando poi un netto miglioramento nel 1617, al ritorno dei monaci benedettini.
Alla stessa data è stato edificato l’esistente campanile di “stile barocco uso torre, sormontato dalla croce”. Le campane sono tre, consacrate da S. E. Mons. Callegari anno 1880.
Gli altari tre, tutti con la pietra sacra. L’altare Maggiore, del SS. Sacramento, in coro, con pala di S. Martino. A destra quello della B. V. del Rosario. E’ di mattoni, forma rettangolare, i pianerottoli dello stesso materiale.
Ai due lati dell’altare sorgono due colonne di marmo formando in cima un ovale con medaglione in mezzo. A sinistra quello di S.Antonio di Padova. La materia e la forma sono uguali all’altro.
Nel mezzo dell’altare, dietro S. Antonio, una pala antichissima dedicata a S. Prosdocimo, S. Giustina e S. Lucia. Collocata a destra, in piccola nicchia la statua di S. Agnese. Nel mezzo del soffitto sta un quadro ovale (affresco?) sbiadito rappresentante la gloria di S. Martino. Gli oli santi si custodiscono in canonica, dal Parroco, sub clave.
L’Eucarestia si conserva all’altare Maggiore convenientemente sotto due portelle e due chiavi. L’acqua battesimale viene decentemente contenuta in vaso di pietra sacra nel battistero. I confessionali sono due, con dovute lamiere perforate coperte da velo. In sacrestia ci sono due ostensori, uno in argento per le feste e uno in metallo argentato. Bacinella d’argento per i battesimi. Ori della B. V., due messali, croce pastorale d’ottone, 24 candelieri di ottone, 24 di metallo bianchi, 18 in legno, un crocifisso grande di ottone cesellato rinchiuso in una vetrina e 4 di ottone.
Il parroco è don Luigi Zatti, nominato nel 1892, non gode di alcun quartese. (i fondi sono Da Zara e fanno capo a Casalserugo, ndr), vive misera mente colle donazioni raccolte in chiesa e fuori.
Oggi non è aperta al culto e la popolazione usa la nuova parrocchiale,sempre dedicata a San Martino di Tours e terminata il 29 ottobre 1944 e consacrata l'11 febbraio 1971,a sud del paese, a Ronchi del Volo, dov'era la villa della nobile famiglia Da Zara, dalla quale proviene quel Leonino che, con la costruzione di alcuni hangar per aeroplani e con i suoi primi voli, diede tale denominazione alla località.
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Fonte: A.C. Maritan , Casale 900
Foto: Archivio parrocchiale - Ph.Giuseppe Tiozzo