Renzo e Lucia di Casalserugo

A questo giardino è legata anche una tragica vicenda in cui è coinvolto questo casato e che per molte analogie ricorda la vicenda dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.

La Lucia di Casalserugo, ricorda A. Gloria, è Chiara Voltan e Renzo, il fidanzato, Giuseppe Michieli, nipote di Sebastiano, umile lavoratore nei vasti possedimenti dei conti Orsati. Il don Rodrigo, che vuole impedire le nozze, è un signorotto del paese, Nicolò Orologio, mentre il padre Cristoforo, che difende Renzo e Lucia del racconto, è il giovane conte Paolo Orsati, molto affezionato alla famiglia Voltan, da tempo suoi domestici.

Il romanzo del Manzoni va a finire bene, almeno per i "promessi sposi", ma a Casalserugo le cose prendono la piega peggiore. Infatti Nicolò Orologio, dominato da impulsi amorosi davvero irresistibili e travolto dalla bellezza della prosperosa contadinella, aveva minacciato più volte di rapirla se non accondiscendeva ai suoi desideri e quando aveva saputo che la ragazza aveva deciso di sposare ad ogni costo il suo Giuseppe, aveva minacciato di uccidere il futuro sposo e lo zio, protagonisti, a suo dire, di un disgustoso raggiro per strappargli la donna dei suoi sogni.

La ragazza, disperata, si mise sotto la protezione dei suoi padroni che, impietositisi del doloroso caso, fecero in modo che lo spasimante fosse ammonito a lasciarla in pace. Nicolò Orologio si inviperì ancora di più e, fattosi aiutare da un gruppo di facinorosi, tese un agguato al conte Paolo Orsati. Era l'anno 1662, dice Andrea Gloria, ed il conte, mentre stava passeggiando tranquillamente nel suo meraviglioso giardino, "lo ferirono di archibugiate terminando di ucciderlo con la spada'". Il "don Rodrigo di Casalserugo", scoperto e condannato al bando perpetuo, riusciva però a fuggire e due anni più tardi, dopo aver riscattato la pena a suon di ducati, come stabilivano le leggi di allora, ritornava a spadroneggiare in paese come se nulla fosse successo.

1920