Il 15 agosto di 25 anni fa moriva Giorgio Perlasca. La sua storia non sarebbe mai stata conosciuta se lo stato di Israele non gli avesse conferito l’onorificenza di Giusto delle Nazioni. Merito di alcune ebree ungheresi che volevano ritrovare il famoso “console spagnolo” a Budapest che le aveva salvate dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Come ormai tutti sanno, questo “console spagnolo” altri non era che un semplice commerciante di Maserà che davanti all’orrore delle persecuzioni naziste si era finto console per poter rilasciare migliaia di salvacondotti.
Perche’ Perlasca per lunghi anni aveva tenuto nascosta la sua vicenda? Come lui stesso dichiaro’ in varie interviste, riteneva di non avere compiuto niente di eccezionale, se non un atto di semplice umanita’.
Proprio questa semplicità, che faceva parte della sua natura, e’ stata ricordata questa mattina, 19 agosto, dal figlio Franco durante la cerimonia di commemorazione al cimitero di Maserà, dove riposa Giorgio Perlasca, ed organizzata dall’amministrazione comunale.
Ci ha colpito quanto detto da Franco Perlasca nel suo intervento a ricordo del padre. Quando gli chiesero a quale riconoscimento pubblico tenesse di piu’, Giorgio Perlasca non ebbe dubbi: si trattava di una piccola targa ricevuta da una scuola del vicentino con la frase “All’uomo a cui vorremmo assomigliare”.
In quella frase lui si ritrovava e ritrovava il significato, passato e presente, di quello che aveva fatto, consapevole che il lascito della memoria storica alle giovani generazioni fosse la cosa piu’ importante. Il messaggio che ci ha consegnato Giorgio Perlasca e’ oggi quanto mai necessario per orientarci in un presente ancora segnato da guerre e conflitti, e in un futuro purtroppo incerto.
NICOLETTA Pannocchia
Presidente sezione A.N.P.I. “Silla” di Maserà , Albignasego, Casalserugo
Nella foto: ENNIO Chiaretto FRANCO Perlasca PASQUALINO Gentile NICOLETTA Pannocchia