Sono 140 anni che centinaia di uomini, (purtroppo rarissime donne e comunque solo recentemente) amministrano il Comune di Casalserugo.
Inizialmente alla fine ‘800 primi‘900, la presenza nelle Istituzioni locali, era privilegio di pochi possidenti e sempre legata alla loro posizione sociale. Solo in un secondo momento è prevalsa la regola della rappresentanza, per altro solo maschile. Di queste presenze non conosciamo i nomi perché un incendio ha distrutto l’archivio del comune e altre sedi di ricerca sono oltremodo complesse.
Con l’incendio dell’archivio comunale del 15 giugno 1945 la documentazione disponibile parte dal 18 giugno del 1944. Gli ultimi 60 anni con l’elezione a suffragio universale abbiamo invece la testimonianza dell’impegno di altrettanti uomini e donne. Probabile che l’operato di questi uomini e di queste donne, in tempi successivi, o in altre occasioni, venga giudicato. Questo elaborato, più che fatti, contiene tante date, tanti dati e nominativi e vuole essere un riconoscimento sincero per l’impegno e il lavoro svolto da queste persone, testimonianze, dal forte valore politico e sociale. Ecco che questo elenco di nomi e segnalazioni ambisce a non far dimenticare quanto la gestione della cosa pubblica di una comunità, sia importante nella storia e nella vita e perciò nella cultura dei cittadini del Comune.
CASALSERUGO A PADOVA
- 540 - RE BELLISARIO (bizantini)
- 541 - (passaggio a Padova dei Visigotti)
- 552 - 56 RE IDELBRANDO TOTILA (bizantini)
- 602 - RE AGILULFO (longobardi) Cacciato il Vescovo di Padova
- 635 - RE ROTARI “ “
- 712 - RE LIUTRANDO “ “
- 751 - RE ASTOLFO “ “ nel 780 ritorna il Vescovo di Padova
- 788 - Occupazione Francese di Padova, trasformazione dei Ducati in Comitati -Conti
- 800 - 825 SACRO ROMANO IMPERO di Carlo Magno
- 825 - dall’ 825 al 951 - Il territorio viene gestito dai Vescovi
- 855 - LUDOVICO II° IMPERATORE AUSTRIACO
- 888 - RE BERENGARIO (Re d’Iitalia e fine del Sacro Romano Impero)
- 899 - Passano gli Ungheresi
- 900 - RE BERENGARIO
- 918 - 20 Aprile Prima documentazione su- VILLA CASALE
- 951 - RE OTTONE I° di Sassonia ( inizia il dominio tedesco)
- 962 - SACRO ROMANO IMPERO di Germania
- 964 - GUASLINO (Vescovo) con pieni poteri dall’Imperatore Ottone I°
- 982 - VITALONE (Vescovo) detto Ugone conte di Padova
- 1027 - Conferma dalla documentazione su- VILLA CASALE
- 1089 - MILIONE (Vescovo) con pieni poteri da Enrico IV°
- 1095 - SINIBALDO (Vescovo)
- 1106 - Viene citata fra le famiglie nobili di Padova “Da Casale” che aveva giurisdizione sul villaggio detto “Casale di Ser Ugo”
- 1115- RE OTTONE Toglie i poteri ai Vescovi
- 1138 - Gestione amministrativa fatta con il “ COMITATO DEI CONSOLI “
- 1154 - FEDERICO BARBAROSSA Toglie le “CONTEE” ai Vescovi
- 1161 - PAGANO (Vassallo nominato da F. Barbarossa)
- 1175 - ALBERTO DA ROSA (Podestà)
- 1183 - RICONOSCIUTI I COMUNI
- 1194 - EZZELINO da ROMANO
- 1260 - 1317 SCALIGERI E CARRARESI
- 1318 - JACOPONE I° DA CARRARA (Capitano Generale)
- 1324 - 1337 MARSIGLIO DA CARRARA
- 1338 - 1345 UMBERTINO DA CARRARA
- 1350-1388 FRANCESCO IL VECCHIO DA CARRARA (nel 1373 accordo con il Doge di Venezia)
- 1338 - GIAN GALEAZZO VISCONTI
- 1390 - 1404 FRANCESCO NOVELLO DA CARRARA
- 21.11.1404 REPUBBLICA VENETA (1797)
- 28.04.1797 I Generali Francesi : LA HOZ, TEUKIE’, VICTOR, entrano in Padova. 22 “Municipalisti” Amministrano. Vescovo:Francesco Scipione Dondi dell’Orologio.
- 1798 - 1801 Gli AUSTRIACI occupano Padova
- 09.02.1801 I FRANCESI (Napoleone) occupano Padova
- 1806 CODICE NAPOLEONICO (Costituiti i dipartimenti, le attuali Provincie)
- 1810 Sospese le Collegiate ( Parrocchie )
- 01.11.1814 CONGRESSO DI VIENNA (Il Veneto passa all’Austria)
- 07.04.1815 REGNO LOMBARDO VENETO (Codificate le Amministrazioni Provinciali)
- 22.10.1866 Annessione del VENETO al REGNO D’ITALIA
Premessa:
1) Prima dell’Unità d’Italia Una struttura amministrativa comunale simile all’attuale sorge, nel Veneto, e quindi anche a Casalserugo nel periodo Napoleonico. Prima, sotto la Repubblica di Venezia, “ogni parrocchia coincideva con il suo comune, amministrato dai capi di casa, per quanto riguardava gli interessi locali, secondo antiche consuetudini che ponevano il culto tra quelli principali”
Il territorio era diviso in Frazioni. I documenti di gestione erano i verbali e gli atti di “vicinia“; quelli conservati negli archivi sono molto rari. Fu intorno al 1807 che si operò il rivolgimento dell’ordinamento amministrativo per opera dei Francesi e fondato sul Codice Napoleonico.
Il territorio del Veneto era stato diviso in dipartimenti; ciascun dipartimento era diviso in distretti suddivisi a loro volta in cantoni e quindi in comuni. 1 luglio 1807, inizia la rivoluzione burocratica e amministrativa: dal comune “spirituale”, coincidente con la parrocchia e privo di qualsiasi struttura burocratica si doveva passare al comune “laico”, amministrato razionalmente come impresa economica, “comune azienda”, fondata sul bilancio. “Alla sua attività venivano attribuiti compiti del tutto nuovi, connessi alla amministrazione moderna: stato civile, istruzione, ruolo delle tasse, ornato pubblico, strade comunali, polizia, leva militare, ecc.” Gli amministratori erano il podestà nei comuni sede di distretto, il sindaco nei comuni minori; i podestà e sindaci erano affiancati dai “savi”, corrispondenti agli attuali assessori, e dai consiglieri comunali. I podestà ed i sindaci erano nominati dal prefetto tra i cittadini “più ricchi, probi, colti, che sappiano leggere e scrivere, che abbiano idee di pubblica amministrazione, che godano la confidenza dei buoni, che amino per massima l’attuale sistema”. I membri del consiglio comunale erano gli “estimati”, coloro, cioè che pagavano almeno una certa cifra minima di tasse e si avvicendavano annualmente. Venne istituita anche la figura del segretario comunale.
In teoria la struttura era ben congegnata e razionale, ma attuarla nella pratica quotidiana, tradurla in struttura funzionante fu impresa impossibile: troppe le novità, alcune, come la tassa personale, o la leva militare obbligatoria, addirittura inaudite per la mentalità del tempo e avversate da tutta la popolazione. La mancanza dell’anagrafe, costituita, nella pratica, dai registri delle parrocchie, e di personale preparato adeguatamente contribuirono a vanificare la riforma imposta dal regime Napoleonico. L’Austria, quando ritornerà in possesso del Veneto e della Lombardia nel 1814, manterrà la struttura amministrativa imposta dai Francesi, ma ci vorrà ancora molto tempo prima che essa diventi completamente operativa.
Nel Lombardo - Veneto i comuni erano divisi per gruppi, secondo il numero degli “estimati” che essi potevano vantare. Nei comuni del primo gruppo, quello più importante, al quale appartenevano Milano, Venezia e le città, il Consiglio Comunale era nominato dal Governatore Imperiale. Il Consiglio eleggeva la “Congregazione municipale” ed il suo presidente; questi organismi amministravano il Comune, ma il podestà, che deteneva le funzioni esecutive, era designato dal Consiglio e nominato dall’autorità imperiale. Nei Comuni con meno di 300 “estimati” designava un consiglio di 15 persone; costoro, infine, una delegazione di tre membri, la “Deputazione”, che deteneva sia le funzioni amministrative che esecutive. Nei comuni più piccoli, come Casalserugo,l’assemblea degli “estimati” indicava una deputazione di tre membri che esercitava i poteri amministrativi ed esecutivi e che era nominata e controllata dal Commissario Distrettuale Governativo.
2) Dall’Unità d’Italia alla fine del secolo scorso. Quando il Veneto passò all’Italia, la legislazione amministrativa unificata del Regno fu estesa, con il decreto legislativo 1 agosto 1866 n. 3130, al suo territorio. Tale decreto prevedeva, per i comuni inferiori a 3000 abitanti, come Casalserugo, un consiglio comunale composto di 15 membri ed una giunta municipale di due membri effettivi e due supplementari.I consiglieri venivano eletti dai cittadini che avevano compiuto 21 anni, pagavano almeno 5 lire di tasse di qualsiasi natura da almeno sei mesi e sapevano leggere e scrivere. Il diritto di voto era, quindi, unito al censo e non alla residenza come avviene ora. Un cittadino era iscritto nelle liste elettorali di tutti i comuni in cui pagava la quota minima di tasse che dava diritto al voto.
Capo dell’amministrazione era il sindaco, nominato dal Governo del Re tra i consiglieri. Le elezioni si svolgevano con un’assemblea indetta dal sindaco e nella quale erano candidati tutti gli elettori. Questo spiega il fatto che molti consiglieri comunali, fino al 1919, fu introdotto il cosiddetto “suffragio universale” per gli elettori di sesso maschile, erano persone che non appartenevano, diciamo, alla “comunità” di Casalserugo. Le elezioni si svolgevano annualmente, tra maggio e luglio, ma quasi sempre in luglio, per surrogare i consiglieri defunti o dimissionari o che cessavano dalla carica per essere stati eletti da cinque anni. Il Consiglio non era soggetto a scadenza e rimaneva continuativamente in carica; ogni anno, invece, veniva sostituito un quinto dei consiglieri, quindi tre, tra coloro che erano stati eletti da cinque anni. Gli uscenti erano rieleggibili. Il Consiglio eleggeva al suo interno la Giunta municipale e, annualmente la rinnovava a metà. L’assessore uscente poteva essere rieletto. Il sistema di votazione palese normalmente usato non era per alzata di mano, come si usa fare oggi, ma “per alzata e seduta”: i favorevoli si alzavano in piedi, i contrari rimanevano seduti, gli astenuti dovevano dichiarare la loro posizione. Le prime elezioni dopo che il Veneto passò all’Italia, si svolsero nel 1867.Nel 1878 il Consiglio Comunale passa da 15 a 20 Consiglieri. Nel 1882 il Parlamento varò la riforma elettorale che interessava soprattutto le liste politiche. Le novità maggiori erano costituite dall’abbassamento del limite d’età da 25 a 21 anni, dal dimezzamento della quota di imposta necessaria per avere diritto al voto e, soprattutto, dal fatto di riconoscere tale diritto a tutti coloro che avevano concluso con buon esito il primo ciclo della scuola elementare anche se non raggiungevano la quota minima di imposta.
L’effetto si notò nella lista politica di quell’anno. Tra i nuovi iscritti c’erano i maestri e i sacerdoti. La lista amministrativa restò pressoché invariata con 189 elettori. Dal 1902; il sindaco viene eletto dal Consiglio Comunale e non più nominato dal Governo attraverso le Prefetture. Le cose cambieranno in maniera radicale solo nel 1913 con le elezioni politiche a suffragio universale maschile che faranno sparire il sistema censitario. Dal 1915 (elezioni 28/7/1914) con le elezioni amministrative cessano le assemblee elettorali e inizia un sistema con liste contrapposte.
3) Periodo del regime fascista. Tutto questo fino alla conquista del potere del Partito Nazionale Fascista che nel 1926 scioglie i Consigli Comunali. Il podestà
4) Resistenza e nuova Costituzione. Dopo la nomina dei Sindaci del Comitato Nazionale di Liberazione con le leggi della nuova Costituzione e il voto a Suffragio Universale si entra nella attualità politica con l’organizzazione di diverse leggi elettorali fino alle più recenti 142/91 che dà ai Comuni autonomia statutaria e la 81/92 che organizza l’elezione diretta dei Sindaci.
Nella foto alcune donne che parteciparono alla resistenza"lettera donna". Lino Zancarato Ricerca fatta: nell’archivio del Comune di Casalserugo nella Biblioteca Civica di Padova nell’Archivio della Provincia di Padova. Casalserugo, settembre 2007 Ottobre 1866 primo consiglio comunale di Casalserugo eletto fra gli elettori che avevano più di 21 anni e pagavano almeno 5 lire di tasse da 6 mesi e sapevano leggere e scrivere.
Nel periodo dall’Unità d’Italia a inizio secolo, le sostituzioni dei componenti il Consiglio Comunale avvenivano in più periodi dello stesso anno. Tali sostituzioni erano però con persone di un gruppo ristretto di elettori.